lunedì 25 giugno 2018

Mai fidarsi della parola di un bagnino 


La spiaggia di Inch ha un parcheggio minuscolo e quando arriviamo è già pieno. Il bagnino, un prestante ragazzotto abbronzatissimo con tanto di salvagente alla Baywatch, ci dice che la sabbia è dura e possiamo parcheggiare il nostro camper direttamente sulla spiaggia. 


Ci sono già molte macchine e qualche furgone, c’è il sole e la gente fa anche il bagno. Dopo una lunga passeggiata decidiamo di riprendere la strada verso nord, ma al momento di andarcene troviamo una macchina parcheggiata nel punto migliore per uscire senza rischiare di rimanere insabbiati. Il capo cautamente cerca una soluzione, ma tutto intorno il terreno è troppo morbido e rimaniamo insabbiate. Un paio di tentativi non fanno che peggiorare la situazione. Siamo incastrate. Tentiamo di uscire posizionando sotto le ruote delle strisce apposite anti-slittamento, ma sono insufficienti.

Io sono già decisa a chiamare il carro attrezzi. So per esperienza che in questi casi non c’è altro da fare. Proprio in quel momento arriva un enorme fuoristrada 4x4 con due ragazzi a bordo; quello che guida abbassa il finestrino e ci appoggia con noncuranza il gomito: "Volete che vi tiri fuori trainandovi con il cavo?" My god! Ma yes, of course!  Bello come il sole scende e si sdraia sotto il camper per perfezionare l’unione tra i due mezzi.  Quando tutto è pronto risale in macchina e io corro facendo la spola e l’interprete tra i due mezzi. Pronti, partenza, via! Uno stattone: niente. Il fuoristrada insiste e sgomma, sgomma forte: niente.

Arrivano i rinforzi. I ragazzi che intorno stavano assistendo alla scena si sentono chiamati in causa, sono consapevoli che senza il loro aiuto il nostro mezzo non uscirà. Il muso del camper è carico di mani che spingono.  Il fuoristrada accelera impetuosamente e il camper è di nuovo sul terreno battuto. Grazie, grazie, grazie a tutti, come potremo mai sdebitarci? L’emozione è così forte che non ci viene in mente di donare al nostro eroe nemmeno una bottiglia di vino, che stordite che siamo!


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