martedì 17 luglio 2018

L’ultima notte in Irlanda

L’ultima notte in Irlanda la passiamo al campeggio Morriscastle Strand Holiday Park  a Kilmuckridge. Posto incantevole tra le dune,  anche se dal camper non si vede il mare. 


La sera ci organizziamo con un taxi per raggiungere un hotel in cui ci sarà un ceili. Ho di nuovo l’occasione di vivere l’atmosfera di festa che si vive nelle piccole comunità locali, lontano dalle serate organizzate solo per i turisti. L’hotel ospita questo evento ogni settimana durante tutto l’anno. È un modo per la comunità di ritrovarsi insieme anche d’inverno, quando nei dintorni non c’è molto altro da fare. Così facendo tengono viva la tradizione musicale tra i giovani. Arrivate sul luogo ci rendiamo presto conto che siamo le uniche "foreste". La serata prevede il saggio di fine anno di una scuola di danza: genitori e bambini affollano la sala. Le esibizioni si susseguono, quanta passione in queste ragazze!


Terminato il saggio anche il pubblico presente si esibisce: come tradizione vuole, in queste serate chiunque se la senta può cantare e suonare liberamente. Il tassista che ci riporta in campeggio è molto curioso, è in vena di chiacchiere e vuole sapere da dove arriviamo e quanti chilometri abbiamo fatto. Si sorprende molto nel constatare che ci vogliono tre giorni per tornare a casa. Certo, in aereo sarebbe stato più facile, ma vuoi mettere il lusso di dormire quasi sempre in riva al mare?


venerdì 6 luglio 2018

Glendalough 

Niente Irlanda del Nord questa volta, la saltiamo completamente, in realtà senza una motivazione precisa, semplicemente il caldo ci rende indolenti. "Che dici, visitiamo Glendalough?" dico titubante. Abbiamo già fatto il giro del centro di Dublino in camper senza scendere, sia per la mancanza di parcheggi senza sbarra per l’altezza, sia per paura che il caldo cucini Sgnangul e Cinque. Abbiamo visitato Dublino durante un viaggio precedente, ma ugualmente ci dispiace non poter di nuovo passeggiare nella capitale. Ecco come si viaggia in camper, ci si deve adattare alla situazione, si deve essere flessibili e disposti a cambiare meta e programma a seconda delle condizioni, climatiche, paesaggistiche, logistiche o semplicemente perché si viaggia con animali a bordo. 

Il capo è d’accordo, ci si ferma a Glendalough dove troviamo un ottimo parcheggio all’ombra e tantissimi studenti arrivati in corriera, la maggior parte italiani. Il capo riesce persino a fare l’indovino quando, al centro visite, sentendo un professore che dava indicazioni ai ragazzi su dove andare e cosa vedere, lei esclama: "Questi non vanno da nessuna parte, escono, si buttano sull’erba e giocano a calcio!". L’ho guardata anche male, come fa a dire una cosa del genere. Una volta uscite all’aperto abbiamo trovato la situazione prevista dal capo: ragazzi ozianti, o stesi sul prato o con un pallone tra i piedi! Interessatissimi al sito, eh!