mercoledì 19 giugno 2019

Karlskrona e il jet

Il sonno cosmico mi perseguita. Non appena il capo mette in moto, io mi addormento. Non è possibile andare avanti così, mi sento come se avessi il jet lag. Ma non abbiamo cambiato fuso, cosa mi sta succedendo? Il capo ha rimodellato il termine per adattarlo alla mia situazione attuale: ho il jet camper. Il capo sa che la parola più appropriata sarebbe camper lag però jet camper è più divertente.
Ecco, proprio a causa del jet camper, mi sono ritrovata in Svezia, a Karlskrona, quasi senza accorgermene.


Avevo suggerito io al capo la meta per la sosta notturna, lei avrebbe guidato ancora a lungo, vuole arrivare dove fa freddo. La temperatura è elevata, in camper si raggiungono i 28 gradi. C’è una strana luce quassù, quella brillante del nord senza nuvole, a cui non siamo abituate. Alle 20, quando cala il vento, le famiglie si spostano al mare, ed è proprio a quell’ora che gli svedesi si tuffano per un bagno ristoratore.




Siamo in Svezia e siamo parcheggiate in città, ne approfittiamo per cenare fuori e soprattutto per fare colazione al bar, l’unico aperto alle 7, che fa un ottimo kanelbulle con la crema. Comincio a sentirmi in vacanza.




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