martedì 27 giugno 2017

Ansia da traghetto

Finalmente, dopo tanta strada, arriviamo a Calais e la mia ansia da traghetto comincia a crescere. Mostra i documenti, speriamo che vadano bene, mettiti in fila, aspetta che ti diano un cenno per salire, perché quelli salgono prima di noi? E se non c'è posto e non ci stiamo? 
Una volta a bordo, sempre che riusciamo a strisciare tra una macchina e l'altra, dobbiamo correre ai ponti superiori per accaparrarci un posto a sedere...vorrai mica fare il viaggio in piedi, o peggio, buttate per terra come abbiamo visto fare tante volte.
Questa volta ci tolgono il pensiero di cosa fare con Cinque e Sgnangul perché devono obbligatoriamente stare in camper.
Certo, è andata bene, anche i passaporti degli animali erano in regola e ci hanno fermato "solo" tre volte: la prima i militari francesi sono saliti in camper con il mitra, la seconda, al confine inglese, creato immediatamente dopo quello francese, la poliziotta si è fatta intimorire da una Cinque particolarmente "loquace", la terza fermata è stata alla postazione della compagnia di navigazione.
Controllano i documenti e poi ci passano un "attrezzo" tondo e ci chiedono di leggere il microchip prima di Sgnangul e poi di Cinque. 
Stiamo bloccando la fila, spegniamo il motore e cerchiamo di non pensare alle maledizioni che ci arrivano da quelli dietro di noi.
Io dal fondo del camper, piegata su Sgnangul, grido per farmi sentire: DESTRA O SINISTRA? che mica è una cosa che faccio regolarmente quella di leggere i microchip sottopelle.
Sento un bip, è andata, poi il secondo bip, fiuuu, tutto a posto, potete procedere e mettervi in coda nella fila 160.
Ecco, dico io, una volta a bordo mentre sorseggiamo un meritato caffè, che sarà mai tutta questa ansia da traghetto?



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